L’innominato è descritto come un personaggio grande, bruno di carnagione, quasi calvo, e i pochi capelli che aveva, bianchi.
Con il volto rugoso a prima vista gli avremmo dato sicuramente più dei sessant’anni che aveva.
É un personaggio a cavallo della mezzeria dei Promessi Sposi: fa da divisore della trama del romanzo, è l’unico che da personaggio cattivo diventa buono, quindi è l’unico ad avere un cambiamento radicale del carattere.
Ha un ruolo centrale: salva Lucia e cambia il corso della storia e della vita di don Rodrigo. Un aspetto dell’Innominato viene descritto nel ventunesimo capitolo ovvero l’assoluta obbedienza nei suoi confronti da parte della gente, ma il narratore lo presenta anche come un carcerato, di fatti egli è cattivo, e la parola cattivo deriva da captivus, che significa prigioniero del male. L’Innominato però poi si converte al cristianesimo, e la sua conversione è dovuta dalla scoperta che cercando di ottenere la libertà facendo del male, egli diventa schiavo di se stesso, quindi per ottenere ciò che cerca, ovvero la libertà, deve fare del bene. L’innominato rappresenta la gloria di Dio e quindi ne manifesta la sua grandezza. Gloria è sinonimo di fama, ovvero l’importanza di qualcuno, in questo caso Dio. Dopo questa conversione l’Innominato nel libro viene descritto come l’eroe disarmato, che cammina solo e senz’armi. Nonostante tutto, l’uomo nuovo non ha cancellato del tutto quello vecchio, lui è ancora un guerriero e combatte con altre armi ma con lo stesso coraggio e vigore che aveva prima della sua conversione, quando era temuto da tutti. Troviamo un esempio di quanto detto nel caso dell’ invasione dei lanzichenecchi, quando dimostra di essere ancora il guerriero di un tempo.
Vive in un castello che rappresenta totalmente il suo carattere, isolato, costruito su di un’altura, con i fianchi aspri e impervi. Ai piedi della “collina” si trova una locanda “LA MALANOTTE” dove i suoi bravi, prima della conversione aspettavano i suoi ordini e controllavano non passasse nessuno di indesiderato.
di Bonetto Elia e Munaretto Giovanni
di Bonetto Elia e Munaretto Giovanni
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