lunedì 11 gennaio 2010

I Bravi


I bravi erano briganti legalizzati da specifiche grida del tempo, avevano cioè il diritto di garantire nel latifondo di proprietà del loro padrone i suoi ordini e volontà, agendo anche illegalmente.
Grazie a I promessi sposi di Alessandro Manzoni i Bravi oggi sono una figura molto conosciuta, dove appaiono come scagnozzi di Don Rodrigo.

"Due uomini stavano, l'uno dirimpetto all'altro, al confluente, per dir così, delle due viottole: un di costoro, a cavalcioni sul muricciolo basso, con una gamba spenzolata al di fuori, e l'altro piede posato sul terreno della strada; il compagno, in piedi, appoggiato al muro, con le braccia incrociate sul petto. L'abito, il portamento, e quello che, dal luogo ov'era giunto il curato, si poteva distinguer dell'aspetto, non lasciavan dubbio intorno alla lor condizione. Avevano entrambi intorno al capo una reticella verde, che cadeva sull'omero sinistro, terminata in una gran nappa, e dalla quale usciva sulla fronte un enorme ciuffo: due lunghi mustacchi arricciati in punta: una cintura lucida di cuoio, e a quella attaccate due pistole: un piccol corno ripieno di polvere, cascante sul petto, come una collana: un manico di coltellaccio che spuntava fuori d'un taschino degli ampi e gonfi calzoni: uno spadone, con una gran guardia traforata a lamine d'ottone, congegnate come in cifra, forbite e lucenti: a prima vista si davano a conoscere per individui della specie de' bravi.
Questa specie, ora del tutto perduta, era allora floridissima in Lombardia, e già molto antica.”

Se noi facessimo un confronto tra i bravi e i “mafiosi/mafiosetti” di oggi vedremmo che, a distanza di secoli, di abitudini, modi di vivere e pensieri, non è poi cambiato tanto. Possiamo perfino azzardarci a dire che la mafia non è nata da Provenzano e Riina, ma da Renzo Tramaglino e Lucia Mondella contro Don Rodrigo il boss e i bravi gli sgherri, i mafiosetti. Come dice Roberto Scarpinato, magistrato impegnato da anni nella lotta contro la Mafia e contro il potere occulto di alcune alte cariche dello stato, ex collaboratore di Borsellino e Falcone “Così nel romanzo I promessi sposi, don Abbondio si piega ai voleri di Don Rodrigo non solo perché ha timore dei suoi bravi - quelli che oggi chiameremmo i mafiosi dell'ala militare, gli specialisti della violenza - ma anche perché si trova in una condizione di assoggettamento psicologico che deriva dalla consapevolezza che Don Rodrigo fa parte di un mondo di potenti al di sopra della legge: anzi del mondo che detta la legge.

Matteo Zoppello e Diego Lombarda

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