sabato 16 gennaio 2010

Il partigiano

Il partigiano è un combattente armato non appartenente a un esercito ufficiale, che spesso combatte con azioni di guerriglia, piuttosto che con scontri diretti.
Le prime bande di partigiani in Italia, nacquero prevalentemente dopo l’8 settembre 1943, dagli ex militari appartenenti alle Regie Forze Armate presenti al centro-nord Italia. A questi ex militari si unirono poi antifascisti attivi, esiliati o inviati al confino dalla dittatura.
Ogni partigiano, per non rischiare di essere riconosciuto e identificato dalla polizia fascista, non veniva mai conosciuto con il proprio nome, ma si conoscevano solo per soprannomi inventati.
Una divisa partigiana non esisteva realmente, ma c’era un’uniforme base. I partigiani si vestivano infatti con giacche rubate ai militari, camicie di color rosso o giacche semplici, come quelle che venivano usate tutti i giorni ed erano ornate da fazzoletti colorati o emblemi di vario genere, usati principalmente per distinguere un gruppo da un altro. Infatti più che da un’insegna o una divisa comuni, i partigiani si identificavano per le loro idee politiche, in contrasto con il regime fascista dell’epoca. Le armi tipiche dei partigiani erano i superati fucili Carcano, meglio conosciuti come “parabelli”, soprannome derivato dal tipo di munizioni utilizzate, le 9 millimetri parabellum. Oltre ai fucili, però, i partigiani utilizzavano anche pistole di vario genere, le più utilizzate erano però le Beretta M34 e M35, e mitragliatrici leggere, come la Breda mod 30. Solitamente, come già accennato precedentemente, ogni gruppo raccoglieva persone con ideali comuni, e i gruppi solitamente facevano riferimento a partiti politici avversari del partito fascista, come il Partito Comunista Italiano, o il Partito d’Azione, di cui faceva parte l’autore vicentino Luigi Meneghello, di cui abbiamo letto le esperienza da partigiano nella sua opera “Piccoli Maestri”.
Carlan Gian Marco e Corato Alberto

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